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Cosa è il 2.5D

Si, esiste anche il 2.5D ed è esattamente tra il 2D ed il 3D.
Di seguito una breve analisi del contesto e alcuni esempio di due dimensioni… e mezza.

3D: le 3 dimensioni

Shrek in tutto il suo splendore in 3 dimensioni

Tutti noi abbiamo sentito parlare della visualizzazione in tre dimensioni, comunemente identificata come 3D, nel quale oggetti realizzati attraverso una modellazione grafica vengono inseriti all’interno di un mondo (o scena) dove possono muoversi ed interagire tra di loro in tutte e tre le componenti dello spazio (asse X, asse Y, asse Z). Di fatto questo tipo di visualizzazione cerca di replicare scenari e comportamenti simili alla realtà. I due esempi più comuni si possono trovare tra i videogiochi 3D moderni e i cartoni animati (Pixar e Disney degli ultimi anni in primis).

2D: le 2 dimensioni

Mario Brothers, visualizzazione in 2 dimensioni

Ben più semplice il concetto di due dimensioni in quanto è facilmente riconducibile alla visualizzazione che si ottiene su di un foglio di carta. In questo caso si sviluppano disegni, ma sopratutto comportamenti, attraverso un approccio su due assi (nella quasi totalità dei casi asse X e asse Y). Non vi sono effetti ottici o altri artefatti, i movimenti avvengono in lunghezza ed altezza. Uno degli esempi che possiamo citare è di pensare alle innumerevoli partire a Mario Bros. dove è possibile muoversi solo avanti/indietro e su/giù attraverso i salti. La combinazione dei movimenti produce spostamenti anche in diagonale, ma sempre sui due assi.

2.5D: le 2 dimensioni e mezza

Parlare di 2.5D è però più complesso in quanto può essere interpretato in diversi modi, seppur mantenendone il concetto di base. In sostanza si tratta di tecniche che implementano in modi diversi sia concetti a due dimensioni che concetti a tre dimensioni. Molto spesso si tratta di “espedienti” che ne facilitano l’interazione oppure ne migliorano la visualizzazione.
Di seguito proverò a descrivere e mostrare diversi concetti di 2.5D, tutti validi.

2D con simulazione del 3° asse

Haggar e Andore Jr. di Final Fight in tutto il loro splendore da due dimensioni e mezza

E’ forse l’approccio più semplice da interpretare e realizzare in quanto l’aspetto grafico è oggettivamente su due dimensioni ma i movimenti dell’oggetto nello spazio cercano di simulare il movimento sul 3° asse (solitamente l’asse Z della profondità) creando un effetto ottico di movimento in tutte le direzioni.

2D con aspetto grafico 3D

Donkey Kong Country per SNES, platform 2D realizzato con rendering 3D

Questo è un utilizzo “ambiguo” della grafica in tre dimensioni in quanto viene utilizzata unicamente per realizzare, di fatto, immagini 2D evitandone quindi la realizzazione grafica manuale. Il motore grafico quindi è sviluppato in due dimensioni, così come i movimenti ma la grafica finale è rendereizzata in tre dimensioni. L’effetto ottenuto è piacevole come un Mario Bros. ma pre-renderizzato da software 3D.

3D con movimenti solo su 2 assi

R-Type Final, completamente realizzato in 3D ma movimenti in due 2D

Questo tipo di visualizzazione è realizzata completamente in tre dimensioni attraverso la modellazione degli oggetti inseriti in un ambiente 3D ma i movimenti e l’interazione sono esclusivamente su due dimensioni. Viene quindi sfruttata la profondità e l’ambiente circostante solo per creare “atmosfera”. Un ottimo uso di questa tecnica la possiamo vedere in R-Type Final ma anche magistralmente usata nella recente IP Unravel (immagine di copertina del post).